L’intervento è stato impegnativo ma è riuscito.
Luka Sekulić, è andato sotto i ferri alle 7:42 e l’operazione si è conclusa alle 15:58.
Il prof. Maurizio Cheli e il prof. Daniele Alberti hanno coordinato una equipe di specialisti che hanno praticato uno “shunt” nell’apparato digerente, riequilibrando il flusso sanguigno, regolando di conseguenza l’ipertensione ed eliminando il rischio di cavernoma con le conseguenti emorragie.
Luka adesso è in terapia intensiva, intubato, ancora sotto anestesia, sarà risvegliato non appena ci saranno le condizioni.
Papà Bojan, la famiglia in Kosovo e Metohija e tutte le persone che gli sono state vicine, tirano un sospiro di sollievo.
Non è tutto finito ma molto è stato fatto.
Grazie a ogni piccolo seme di solidarietà e bontà che siete voi, i tanti che hanno contribuito con una preghiera, con un’offerta, con una disponibilità, a questo splendido risultato.
Luka festeggerà il trenta ottobre, il suo dodicesimo compleanno in terapia intensiva, ma a noi piace pensarlo con suo regalo, ricevuto ieri, la maglia del Napoli calcio, la sua squadra italiana del cuore.

Adesso vediamo la luce

Il progetto di solidarietà Docs for KiM, voluto dalla nostra Associazione in collaborazione con la facoltà di Medicina dell’Università Statale di Milano e OBM onlus, procede con ostinata determinazione.
L’ultimo piccolo beneficiario è Djordje Nakalamić dell’enclave serba di Kosovo e Metohija, Velika Hoča, sei anni, tre fratelli e una sorella, insieme a mamma Valbona e papà Nebojša.
Djordje è arrivato a Milano dopo aver eseguito in Serbia, un intervento al piede destro, per correggere una malformazione.
A tre anni dall’intervento, persistevano delle criticità nel pieno recupero delle funzionalità.
Dopo i controlli di rito durante una delle missioni presso l’ambulatorio Antonella Giorgioni, in Kosmet, si è attivata l’opera della “macchina solidale”.
Djordje e mamma Valbona sono stati trasferiti a Milano per effettuare un controllo ortopedico con il Prof. Antonio Andreacchio, direttore dell’unità operativa complessa di ortopedia all’Ospedale dei bambini di Milano Vittore Buzzi.
Coadiuvato dal dott. Sergio Monforte, il prof. Andreacchio, dopo gli esami strumentali, ha convenuto sulla necessità di effettuare un secondo intervento chirurgico per restituire a Djordje la piena funzionalità dell’arto.
Studieremo, insieme alla famiglia ed ai nostri medici, la soluzione, per offrire le migliori condizioni al fine di concretizzare il nuovo intervento chirurgico in Serbia o in Italia.
Amici di Dečani, idee che si trasformano in azione.

Djordje a Milano

Carica Milica è il progetto che ha accompagnato la vicenda umana della giovane Milica Jokičević. Un lungo percorso che ha consentito ad una bambina di Velika Hoča, proveniente da condizioni di vita difficili, di crescere mettendo a frutto i doni ricevuti.
Oggi, alla soglia dei diciassette anni, Milica frequenta una scuola tecnica che le potrebbe dare la possibilità di specializzarsi in pasticceria e iniziare a costruire il futuro per come lo immagina.
Milica sembra serena, cosciente dei propri limiti e possibilità.
Nelle foto con le responsabili di progetto Silvia Battistini e Katarina Raković, il mediatore culturale Mirko Vasić e il nostro volontario Riccardo Mantovani.
Se vuoi avere una breve carrellata su questo progetto
https://www.amicididecani.it/notizie/milica-diventa-grande
https://www.amicididecani.it/notizie/quasi-matura
https://www.amicididecani.it/notizie/milica-al-ballo

Splendida Milica

È venuto a mancare improvvisamente Zoran Milutinović, papà di Kristina e grande amico della nostra Associazione. Kristina è stato circa 15 anni fa, il primo trapianto di midollo osseo, sostenuto da Amici di Dečani.
Padre affettuosissimo, lo ricordiamo sempre al fianco di Kiki nell’esperienza lunghissima del trapianto all’Ospedale Bambino Gesù di Roma.
Alla famiglia, strettasi in questo momento di dolore, giungano le condoglianze più sentite da parte di tutti noi.

Eterna memoria

È iniziata l’ultima ricorsa di Luka verso la guarigione. Un ricovero veloce ha permesso ai medici del Papa Giovanni XXIII di Bergamo di valutare lo stato generale della salute del nostro piccolo paziente, di verificare la tenuta delle legature effettuate nel corso di questi 10 mesi trascorsi in Italia e pianificare l’intervento chirurgico definitivo per risolvere il cavernoma portale che lo affligge.
L’Equipe del prof. Maurizio Cheli che l’opererà è pronta, Luka sarà ricoverato sempre a Bergamo, il 24 ottobre ed operato il 28, contiamo di chiudere questo progetto così impegnativo, forse il più impegnativo affrontato, entro fine anno, per restituire Luka ai propri affetti in Kosovo e Metohija ai primi di gennaio.

Gli ultimi gradini

Luka è in Italia grazie al nostro progetto di solidarietà internazionale Docs for KiM. Arrivato ai primi di febbraio ha già trascorso sei mesi tra intervento cardiaco, esami e terapie.
Ma nessuna terapia è più forte della presenza della mamma, ed eccola mamma Jelena, arrivata in Italia per sostenere il figliolo e dare una mano a papà Bojan.

Adesso la mamma

Ad un mese dall’intervento cardiochirurgico, nel follow up di controllo presso l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, le condizioni del nostro Luka Sekulić risultano ottimali.
Il cuore pompa con rinnovato vigore, mentre un nuovo stent garantisce il pieno funzionamento dell’apparato circolatorio.
È solamente il primo step, bisogna ancora dedicarsi alla milza, al fegato e al cavernoma portale, ma è stato fatto e superato brillantemente.
“Dopo questo controllo – ci racconta il chirurgo che l’ha operato, dott. Francesco Seddio – che ha dato un riscontro più che positivo, Luka ha bisogno di un po' di riposo, per consentirci di approcciare al meglio il secondo intervento. Se Dio vorrà, festeggerà il Santo Natale a casa”.

Avanti tutta

Giovedì scorso, dopo un grande match disputato con il greco Tsitsipas e dopo che Novak Djoković ha accusato un dolore alla gamba, già infortunata e recentemente operata a Parigi, un giornalista serbo ha chiesto al campione: “cosa deve accadere affinché tu possa disputare il prossimo incontro?”&nbsp;
Nole ha sorriso, ha tirato fuori il piccolo Crocifisso di legno che porta sempre al collo e baciandolo ha esclamato “questo deve accadere, prego Dio che sia tutto a posto”.

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Un esempio di umiltà e timor di Dio perfetto, nessuna scaramanzia, nessuna superstizione, semplicemente affidarsi alla volontà del Signore.
In un tempo di ego strabordanti, transumanesimo professato e manifestazioni sataniche celebrate in apertura di questi giochi olimpici, l’esempio e la semplicità di Novak, immenso campione e uomo di fede profonda, devono suonare come richiamo all’autenticità dei valori per tutti i cristiani del mondo.
Non c'è bisogno di aspettare ancora, medaglia d'oro subito!

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