Con la rimozione delle viti che saldavano le protesi alle gambe del giovane Laur Murati, si è formalmente ed ufficialmente concluso il progetto solidale che lo ha visto protagonista.
Laur, oggi diciottenne, è stato uno degli oltre 600 ragazzi di Kosovo e Metohija, raggiunti dal progetto solidale “Docs for KiM” sviluppato in collaborazione con l’Università di Milano e l’Ospedale dei Bambini di Milano “Vittore Buzzi”.
Affetto da una malattia genetica dello sviluppo scheletrico, sin dalla nascita, il ragazzo aveva mostrato difficoltà nella deambulazione e nell’autosufficienza. Dopo un travagliato percorso burocratico, riusciti ad ottenere tutti i visti necessari, Laur insieme al padre Jeton, si è trasferito a gennaio 2020 in Italia, dove è stato praticato al giovane paziente un delicato intervento chirurgico sotteso al raddrizzamento degli arti inferiori.
“L’intervento è riuscito perfettamente – così ci racconta il chirurgo ortopedico, prof. Antonio Andreacchio – ed ha reso necessari lunghi mesi di fisioterapia, mobilità condizionata e specifici esercizi. Oggi Laur è un ragazzo che può guardare con fiducia e serenità al futuro”.
“Siamo soddisfatti della conclusione di questo progetto – dichiara il prof. GianVincenzo Zuccotti, Direttore della clinica pediatrica dell’Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano e responsabile scientifico del progetto di solidarietà internazionale “Docs for KiM” – Laur oggi ha recuperato fiducia in sé stesso, è perfettamente autosufficiente e può affrontare la vita con serenità; una motivazione ulteriore per confermare la nostra volontà e il nostro impegno nel proseguire la strada tracciata”.
“Una straordinaria lezione di umanità che ci ha permesso di riscoprire i valori più autentici della nostra professione – così il dott. Dario Dilillo, responsabile della degenza pediatrica dell’Ospedale Vittore Buzzi - abbiamo lavorato in team per ottenere questo importante risultato. Attorno a Laur si è condensata solidarietà ed empatia, con i medici, con gli operatori sanitari e con tutti i volontari che si sono avvicinati in questo tempo”.
Adesso il momento del rientro a casa si conta in giorni e non più in mesi, la gioia di Laur è palpabile.
Docs for KiM continua a vivere, a percorrere la via della salute e della solidarietà, più forte dell’epidemia, più caparbio nella difficoltà.
Un grazie di cuore ad Antonella Conti e tutta l’OBM onlus, agli amici dell’Uomo Libero onlus ed a tutti i donatori che hanno creduto e continuano a farlo, in questo progetto.
Un pensiero affettuoso alla memoria di Claudio Semeraro, Mirko Zdravković e Antonella Giorgioni, senza il loro sostegno e quello delle loro famiglie non ce l’avremmo fatta.
Noi stiamo lavorando per migliorare, continua a sostenerci.