Ogni storia di Kosovo e Metohija ha una sua specificità ed anche molti tratti in comune con tutte le altre.
Aleksandar Petrović (35) è una persona istruita, conosce l’inglese, apprezza le bellezze artistiche che la sua terra offre a chi la scopre. Undici anni fa conosce Dragana (30), è una classica storia d’amore tra due ventenni. Aleksandar è un ragazzo di Gnijlane, ha completato gli studi come infermiere, Dragana una ragazza dolce. Si sposano e la loro unione è benedetta dalla nascita di Danica (10) e David (6).
Una vita dignitosa e modesta, garantita dal lavoro di Aleksandar, infermiere presso l’ospedale di Šilovo e dall’abitazione della famiglia Petrović, che condividono con i genitori, sempre nello stesso villaggio.
Le possibilità economiche sono ridotte, ma questo è il destino di chi vive in Kosovo e decide di svolgere un mestiere rispettabile e onesto; lo stipendio di Aleksandar, turni inclusi, non supera i 400 euro al mese.
Lo scorso anno la vita della famiglia Petrović è stata movimentata dalla gioia di una nuova gravidanza. Intorno al sesto mese di gravidanza, Dragana si accorge di aver perduto i sensi del gusto e dell’olfatto. Sono i segni caratteristici del Covid-19.
All’ottavo mese, una ecografia evidenzia delle anomalie nel feto. Il 30 novembre 2020 viene al mondo un ridente bambino biondo a cui viene imposto il nome di Uroš.
Sin da subito è evidente che il piccolo Uroš patisce delle difficoltà ed inizia la trafila dei viaggi a Belgrado per gli accertamenti, tempo, fatica e indebitamento presso le banche.
La diagnosi fa rabbrividire, microcefalia, scatola cranica di ridotte dimensioni, una patologia dalla quale non si guarisce.
“È un solamente un bambino” sospira amorevole Dragana ed accertare tutte le possibilità di come accompagnare al meglio lo sviluppo di questo figlio fragile diventa l’obiettivo primario della vita familiare.
Sollecitati dalle persone che vogliono bene alla famiglia Petrović e dal Monastero di Dečani, per il quale Aleksandar in passato ha lavorato, abbiamo deciso di sostenere questo progetto solidale, organizzando un trasferimento della famiglia presso l’Ospedale dei Bambini di Milano, Vittore Buzzi, dove Uroš e genitori saranno presi amorevolmente in cura dai nostri Dario Dilillo, pediatra e Stefania Bova, neurologa pediatrica, che hanno fatto la loro esperienza sul campo in Kosovo e Metohija, in modo da indirizzare correttamente l’attenzione dei genitori e rendere più semplice la quotidianità del piccolo paziente.
Prendersi cura dei più deboli, accompagnarli verso piccole conquiste individuali che ne garantiscano dignità e autonomia, pensiamo sia la realizzazione della missione di un medico e il completamento naturale di una persona buona.
Se vorrai far parte anche tu di questo progetto solidale, potrai di certo contribuire effettuando un bonifico alle seguenti coordinate bancarie:
Iban: IT47X0503422300000000011623
Intestato a: Amici di Dečani
Causale: Piccolo Uroš
La storia di Uroš è così appena iniziata.