In una triste giornata, segnata dal crudele omicidio di Oliver Ivanović, &egrave; stata inaugurata a Novi Sad la mostra ILT, Illumina Le Tenebre. 
	Di seguito il messaggio del nostro Presidente, con cui si &egrave; aperta la manifestazione: &ldquo;Per nessun motivo un&rsquo;ombra dovrebbe oscurare una lieta occasione di incontro ma Amici di Dečani, non pu&ograve; far finta di niente in questa giornata di lutto e dolore per il crudele assassinio del nostro amico Oliver Ivanović. 
	Di qualunque etnia sia la mano criminale che l&rsquo;ha sottratto a noi, suoi amici, alla sua famiglia, alla sua comunit&agrave;, non potr&agrave; spegnere il sogno di speranza che la sua visione generava. 
	Questa sera le candele di Prosvetli tamu, sono tutte per Oliver, che Dio gli perdoni i peccati e lo conduca in Paradiso.&rdquo;
ILT Prosvetli tamu - Illumina le Tenebre 
	Dvorac Eđ&scaron;eg - Egys&eacute;g noto anche come &quot;Stara streljana&quot; 
	Antona Čehova 4 (Grbavica) 
	Novi Sad
Aperture quotidiane 
	dal 16 gennaio fino al 30 gennaio 2018. 
	dalle 9:00 alle 21:00 
	Il palazzo &egrave; chiuso per i motivi di sicurezza e perci&ograve; &egrave; necessario suonare al campanello al cancello. Il portiere apre subito

ILT A NOVI SAD

Freddato come un animale, appena fuori dal suo ufficio, ha giaciuto nel freddo asfalto di Kosovska Mitrovica, il corpo di Oliver Ivanović, crivellato da proiettili, ucciso da criminali efferati.
Ingegnere, poliglotta, politico, mente e cultura raffinata, Oliver Ivanović, sessantacinque anni, leader di &ldquo;Serbia democrazia e diritto&rdquo; &egrave; stato da sempre il punto di riferimento dei serbi del nord di Kosovo e Metohija. 
	Dal 2008 al 2012 &egrave; stato Segretario di Stato del Ministero per il Kosovo e Metohija nei governi di Serbia, nel 2009 aveva fondato &quot;Sloboda, demokratija, pravda&quot; - &quot;Libert&agrave;, democrazia, giustizia&quot;. Arrestato nel 2014, con l&#39;accusa di crimini di guerra durante gli anni &#39;90, &egrave; stato prima condannato a nove anni di carcere e successivamente la Corte d&#39;appello di Pristina ha annullato il verdetto di colpevolezza. 
	Uomo di saldissimi principi etici, ha sempre garantito l&rsquo;indipendenza delle proprie posizioni, sganciandosi da qualsiasi tentativo di strumentalizzazione. Patriota ma non nazionalista becero, sostenitore del dialogo e della pacifica convivenza, ha bastonato con la necessaria durezza il malaffare serbo e albanese che imperversa nella regione, rendendosi inviso ai pi&ugrave;.
Oggi tutti lo celebrano come amico, noi che lo siamo stati da tempi lontani, sostenendo le sue posizioni sulla partecipazione alle elezioni, firmando gli appelli per la sua libert&agrave;, piangiamo un amico che aveva una visione della martoriata terra di Kosovo e Metohija, una visione di pace, speranza e libert&agrave;. 
	Oggi, Oliver Ivanović ha pagato il tributo che l&rsquo;indipendenza dai condizionamenti politici e dal malaffare, si esige in terra di Kosovo, che &egrave; quello pi&ugrave; antico, un tributo di sangue.
La nostra associazione, in questo momento di dolore, si stringe in un sentito abbraccio alla moglie Milena e ai figli Janko, Bogdan, Nikola e Žarko.

In morte di Oliver

Una folta cornice di pubblico, giornalisti, radio e televisioni, hanno salutato ieri gli interventi di Federica Troisi, Alessandro Gori e dell&rsquo;Archimandrita Ilarion al museo etnografico di Belgrado che ospita la mostra ILT &ndash; Illumina le Tenebre.
A fare gli onori di casa, la curatrice Jasmina Andonović che ha introdotto e tradotto la fotografa. 
	&ldquo;Le enclavi sono il luogo della passione del popolo serbo &ndash; ha detto Padre Ilarion &ndash; ed &egrave; singolare che si interessino ad esse persone come Federica che vivono in realt&agrave; completamente differenti, questa &egrave; la dimostrazione della Provvidenza che laddove necessita invia persone gentili di anima e di Spirito che si prendono l&rsquo;onere di raccontare agli altri le tristi condizioni di vita&rdquo;. 
	Ad Alessandro Gori &egrave; toccato il compito di tratteggiare attraverso la propria esperienza di viaggiatore e giornalista, le varie fasi che hanno condotto alla realt&agrave; attuale. 
	Emozionatissima, la testimonianza di una giovane ragazza, profuga da Djakovica nel 1999: &ldquo;Potevo esserci io, tra queste fotografie&rdquo;, ha sussurrato con gli occhi pieni di lacrime. 
	&ldquo;Desidero ringraziare tutti &ndash; ha concluso Federica Troisi &ndash; l&rsquo;Associazione Amici di Dečani che ha creduto nel mio lavoro, Giovanni Lindo Ferretti che ha portato ancor pi&ugrave; profondit&agrave; e sensibilit&agrave; alle mie immagini attraverso le sue parole e la sua musica, ma pi&ugrave; di tutti, voglio dire grazie al popolo di Velika Hoča, che mi ha accolta con generosissima ospitalit&agrave;, consegnandomi i pi&ugrave; reconditi desideri&rdquo;. 
	Presenza emozionata, quella della rappresentanza dell&rsquo;enclave, che ieri ha voluto partecipare a questa festa.

ILT a Beograd

Il giorno del Badnjak, ovvero il taglio rituale della quercia, apre le celebrazioni natalizie nella cultura e tradizione serba.
Anche quest&rsquo;anno la nostra Associazione ha partecipato al taglio del Badnjak del Monastero di Decani. I nostri Neboj&scaron;a Bogdanović, Riccardo Mantovani e Alessandro Gori, hanno aiutato Padre Isaija nella ricerca, taglio e trasporto del Badnjak dal bosco alla Chiesa del Monastero. 
	Come ormai accade da sette anni, Amici di Dečani ha sostenuto il tradizionale dono dei maialini, la pietanza natalizia per eccellenza, alle famiglie indigenti delle enclavi.

Badnij dan

Nel salotto buono di Belgrado, scintillano durante la notte le candele in mano agli abitanti dell&rsquo;enclave. Sono le fotografie di Federica Troisi e la musica di Giovanni Lindo Ferretti che inquietano, sostengono, spingono, lasciano interrogativi, aiutano a stringersi attorno.
La mostra &egrave; giunta a Belgrado, nella prestigiosissima sede del museo etnografico, l&rsquo;allestimento, curato come sempre dalla delicatezza e competenza di Jasmina Andonović, si impone sia all&rsquo;interno della sala espositiva che dalle enormi vetrine che ne fanno una vera installazione postmoderna e cittadina. 
	Protagonista la gente di Belgrado, che passa indaffarata, si sofferma, sospira, lancia uno sguardo, si appassiona, sorseggia caff&egrave; bollente, tra emozione e tentazione di dimenticare. 
	Al nostro prezioso Alessandro Gori, il compito di spiegare il progetto agli organi di informazione, perch&eacute; questo lavoro non resti confinato ma sia un sasso scagliato contro il ristagno. 
	Mai pi&ugrave; enclavi nel mondo, mai pi&ugrave; discriminazione, mai pi&ugrave; indifferenza.
ILT Illumina le Tenebre &ndash; Prosvetli Tamu 
	Etnografski Muzej 
	Studentski Trg &ndash; Beograd 
	Fino al 14 gennaio &ndash; tutti giorni feriali dalle 10 alle 17

ILT a belgrado

La capanna del bimbo pi&ugrave; felice di sempre: senza renne, n&eacute; regali 
	di Claudio Magris
Il neonato &egrave; l&agrave;, in quella capanna o stalla, sistemato alla bell&rsquo;e meglio in chiss&agrave; quale greppia o culla di stracci, ma quasi nessuno gli bada, a parte i genitori, alcuni pastori che passavano da quelle parti, un asino e un bue, buon fiato animale che riscalda nella notte. Dicono che da qualche parte, l&agrave; intorno o pi&ugrave; in alto, cantassero alcuni angeli, che in ogni caso da quella volta non si sono pi&ugrave; fatti sentire. Forse si sente qualcosa quando cantano la gloria di Dio nel pi&ugrave; alto dei cieli &mdash; e anche nel pi&ugrave; basso &mdash; perch&eacute; l&rsquo;universo &egrave; realmente glorioso e di una bellezza indicibile, anche se indifferente al destino e al dolore di chi nasce, vive, muore. Gli angeli cantano anche la pace in terra agli uomini di buona volont&agrave;, ma quella pace si vede assai poco &mdash; guerre, stragi, violenza, morte dappertutto. Forse aveva ragione Francesco de Grisogono, appartato e geniale matematico e scienziato, quando diceva, con doloroso pessimismo leopardiano, che sarebbe meglio cercare il bello, visto che al mondo ce n&rsquo;&egrave; tanto, piuttosto che il bene cos&igrave; raro e scarso, anche se non per questo smetteva di cercarlo.
Un futuro difficile 
	Pure quel bambino ha davanti a s&eacute;, nel futuro che lo attende, il calvario e la crocifissione. Lo sa, visto che &egrave; il figlio di Dio? Un fine e isolato scrittore, Siro Angeli, ha cercato di immaginare, in un romanzo, come e quando Ges&ugrave; si &egrave; reso conto di chi era. &Egrave; complicato e tragico avere due nature, l&rsquo;una umana e l&rsquo;altra divina. Ma intanto lui sorride a modo suo, piange, succhia il latte materno e si addormenta. In quella capanna, ha intorno a s&eacute;, ma per poco, uno dei migliori mondi possibili. Un tetto, due buoni animali, quel caldo che protegge dalla notte, perfino una stella pi&ugrave; grande delle altre. Le persone venute a dargli il benvenuto sulla terra non sono un clan di parenti, affettuoso ma anche invasivo ed esclusivo, spesso lacerato da perfidie e rancori mescolati ai pur sinceri sorrisi e abbracci di augurio. Sono amici, gente che &egrave; l&agrave; senza essere invitata, senza averne il dovere e senza l&rsquo;abituale rituale, senza saper bene cosa sta succedendo e tanto meno cosa ne sar&agrave; di quel bambino. Non c&rsquo;&egrave; tra loro e con loro alcuno strepito febbrile, rumoroso e aggressivo che si scatener&agrave; molto pi&ugrave; tardi tutte le volte in cui si sentir&agrave; il dovere di festeggiare quella nascita e quella notte. A Betlemme non c&rsquo;&egrave; posto per le renne di un rubizzo, allegrone e svampito Babbo Natale; non ci sono preparativi affannati e iracondi per le feste, n&eacute; pranzi grevi che pesano sullo stomaco e sul cuore. Ci sono semplicemente una famiglia ed alcuni nuovi improvvisi amici. Anche lui, il bambino, alcuni anni dopo, parlando con sua madre, chiamer&agrave; fratelli e sorelle i suoi amici, uniti a lui da un legame pi&ugrave; forte del sangue viscoso.
Un momento felice 
	Non &egrave; venuto a fondare una nuova religione, ce n&rsquo;erano gi&agrave; troppe, ma a cambiare la vita, come hanno cercato di fare anche altri nati per riscattare il dolore, la miseria, la malvagit&agrave;, l&rsquo;ingiustizia che regnano sulla terra mai in pace. Per recidere il cordone ombelicale che lega la vita col male, &egrave; necessaria, lui dir&agrave;, una spada. Ma in quel momento, sulla paglia, non ha nemmeno una spada giocattolo, cos&igrave; cara ai bambini. Non sar&agrave; mai pi&ugrave; cos&igrave; felice come tra le braccia della madre e del padre terreno, forse pi&ugrave; buono di quello celeste, al quale pi&ugrave; tardi, in una notte d&rsquo;angoscia, chieder&agrave; invano di allontanare da lui un calice amarissimo. Ma intanto dorme sereno mentre suonano le zampogne dei pastori. Buon Natale.

il natale di magris

Ancora un impegno di grande cuore e solidariet&agrave;. Stamattina i &ldquo;Civilini&rdquo; (<a href="https://www.amicididecani.it/notizie/i-civilini">leggi qui la loro storia</a>), i giovanissimi della protezione civile di San Colombano al Lambro, sfidando un freddo pungente, hanno animato il mercatino di Natale del ridente paese lombardo, coordinati&nbsp;dai nostri Cesare e Barbara Cassinari. Tra manufatti rigorosamente eseguiti dai bimbi con materiali di recupero e le specialit&agrave; gastronomiche dei Balcani, ancora un sostanzioso aiuto alla popolazione bisognosa di Kosovo e Metohija.
Grazie di cuore civilini

Grandi civilini

Nella suggestiva ambientazione della Fortezza di Ni&scaron;, con la nostra amica Slavica Paolillo a far da padrona di casa, con la Dante Alighieri, sezione di Ni&scaron;, si &egrave; aperta la stagione balcanica di ILT, Illumina le Tenebre, fotografie di Federica Troisi e testi e musica di Giovanni Lindo Ferretti, un viaggio fotografico nel cuore dell&rsquo;enclave di Velika Hoča, in Kosovo e Metohija.
Dopo i saluti di Slavica, sono intervenuti l&rsquo;Archimandrita Ilarion, Igumeno del Monastero di Draganac e figura sempre presente nei progetti solidali e culturali della nostra associazione, Alessandro Gori che ha impreziosito con la sua prefazione, il volume e Jasmina Andonović, curatrice della mostra, della quale ha seguito tutti gli allestimenti italiani. 
	Il numeroso pubblico, si &egrave; trattenuto ad ammirare le belle fotografie, considerando l&rsquo;attenzione&nbsp;e la passione che una nazione come l&rsquo;Italia, vicina e lontana, dalla realt&agrave; serba, mette nell&rsquo;osservare il triste fenomeno delle enclavi. 
	Pubblico delle grandi occasioni, per un evento patrocinato anche dalla citt&agrave; di Costantino, che per questa felice circostanza ha avuto l&rsquo;onore di ospitare Sua Grazia il Vescovo Arsenije, pastore della comunit&agrave; serbo ortodossa di Ni&scaron;, l&rsquo;Arcivescovo cattolico di Belgrado, Mons. Hočevar e il generale Simonović, capo di Stato maggiore dell&rsquo;esercito serbo.

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