L’enclave di Velika Hoča (pronuncia Velica Occia), è un non luogo. Villaggio serbo, il più ricco tra le enclavi, vive accerchiato da possedimenti albanesi, in un Kosovo indipendente che fa fatica a riconoscere la specificità del territorio, coltiva e custodisce il Vranac, il vitigno di area balcanica che regala un vino robusto, dal sapore forte.
Velika Hoča potrebbe essere Montalcino o uno degli innumerevoli borghi toscani, adagiati su colline fruttuose e ricche di tralci. Potrebbe continuare a ricordare il passato, innanzi alle chiese medievali che puntellano il villaggio, ricordo di una ricchezza garantita dalle cantine dei monasteri, potrebbe specchiarsi nel crepuscolo di Sveti Jovan, dove il rosso del tramonto si confonde, con il verde dei minareti che popolano le valli in lontananza e il blu perfetto delle montagne d’Albania.
Potrebbe essere un luogo felice, se si riuscisse a tacitare la memoria del traffico d’organi umani e dei rapimenti, delle espulsioni di oltre milletrecento persone, dell’apartheid sul suolo d’Europa.
Velika Hoča è tutto questo e molto ancora, è il villaggio che strega Peter Handke: “… il popolo serbo di questa minuscola enclave è stato la mia ispirazione per l’ultimo libro (I cuculi di Velika Hoča). È una popolazione che ha subito e sta subendo ogni genere di sopruso e violenza dai nuovi despoti della regione. Se non reagissi a quest’ingiustizia fatta a un popolo e di cui anch’io mi sento responsabile, non potrei considerarmi uno scrittore. Mi sento in dovere di raccontare… i perdenti, perché solo i perdenti sognano un futuro migliore: i vincitori non sognano più».
Nel villaggio dove i perdenti sognano e i cuculi cantano, a Velika Hoča, il reporter italiano Giovanni Cocco, decide, con il supporto di Amici di Decani di cui è socio fondatore, di organizzare un workshop fotografico, per raccontare una storia d’amore e segregazione, la passione del popolo serbo, la vita quotidiana nei Balcani ai tempi delle enclavi. Decide di farlo in concomitanza con una strepitosa iniziativa solidale: “Trampolisti Fotografi”; un seminario artistico a cura di Monika Bulaj, che insegnerà ai bambini a fotografare e andare sui trampoli.
“L’intera enclave – ci racconta Cocco – sarà il set fotografico ideale per esprimere, l’energia che si percepisce semplicemente visitandola”.
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