Terrore a Talinovac

Un crimine efferato ha sconvolto la popolazione serba di Kosovo. Nella notte di ieri (6 luglio) sono stati uccisi all’interno della loro casa di Talinovac, un villaggio nei pressi di Urosevac (appena trenta kilometri dalla capitale Pristina), con una modalitá da esecuzione capitale, un solo colpo alla testa da distanza ravvicinata (calibro 7,62), Milovan (58 anni) e Ljiljana (52 anni) Jevtic.

Milovan e Ljiljana erano una coppia di rifugiati, cioe’ di persone fuggite dal Kosovo in seguito alla guerra del ’99 e tornati alla propria casa dopo i pogrom del 2004. Gente umile, onesta, contadini che avevano deciso di rientrare in Kosovo per non subire l’umiliazione dei campi profughi, di una vita da esule nel proprio paese.

Proprio nella loro casa hanno trovato la morte, all’interno delle semplici mura di una casa dignitosa, che avrebbe dovuto proteggerli, regalargli nuovamente la speranza.

Questo brutale episodio é il culmine di una serie di intimidazioni che martirizzano da lungo tempo la comunitá serba: furti, piccole violenze, discriminazione etniche. Di fronte alla morte di questi contadini, non si puó non rimanere impietriti, cosí come davanti i loro corpi sfigurati nell’obitorio di Pristina. L’ansia avvolge l’intera comunitá a Talinovac, molti vorrebbero fuggire, il vecchio Milos dice con le lacrime agli occhi, in una intervista alla tv locale: “resto per disperazione, perché non ho dove andare”.

Il Vescovo Teodosije ha cosí commentato il delitto: "Il crimine brutale contro la famiglia Jevtic, così come le molte pressioni e intimidazioni che i serbi locali si sono trovati ad affrontare dopo il loro ritorno, dimostrano che siamo giunti al culmine della repressione etnica, il cui obiettivo è quello di  costringere i serbi a lasciare le loro case e vendere le loro proprietà agli albanesi locali "

La polizia del Kosovo, non ha ancora fermato alcuno, ma ha escluso la matrice etnica del delitto, senza giustificare in alcun modo la categorica esclusione. Nel frattempo, mentre la comunitá serba era riunita ed il villaggio presidiato da decine di agenti di polizia, è stata saccheggiata la casa di un’altro rimpatriato serbo.

La paura a Talinovac é tangibile, si respira nell’aria.