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La notte delle minacce

inserito il April 26, 2014

La terribile storia dei graffiti sul portone del Monastero di Dečani, non si esaurisce, in quest’atto di intimidazione terroristica, ma si “arricchisce” di ulteriori particolari che gettano tutte le persone civili, nel più totale sconforto.

Ieri sera, la Kosovo Police è stata informata di una telefonata intercorsa tra un sedicente comandante dell’UCK, l’esercito terroristico albanese, e il responsabile di una televisione locale di Dečani.
Secondo quanto riportato dal dirigente della televisione, la persona al telefono avrebbe comunicato l’intenzione di bruciare il Monastero di Dečani, invitando gli operatori a esser pronti con le telecamere per riprendere lo spettacolo.

La Kosovo police (KP) ha immediatamente allertato le truppe Nato, che sin da ieri notte, hanno moltiplicato i controlli attorno al Monastero.

A questo punto della vicenda, sorgono spontanei alcuni interrogativi di assoluto buonsenso:

  • Come mai la KP, in possesso dei tabulati telefonici, non è stata ancora in grado, dopo 48 ore di serrate indagini, di individuare, denunciare e assicurare alla giustizia, il sedicente comandante/terrorista che ha formulato la minaccia contro un luogo santo, patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco?
  • Come mai, a parte l’isolata posizione di Ramush Haradinaj che condanna sia i graffiti intimidatori che l’esplicita minaccia di distruzione, nessun esponente del governo del Kosovo o la Presidente Atifete Jahjaga, hanno formulato una dichiarazione su ciò che sta accadendo?
  • Come mai, i componenti del governo della repubblica di Kosovo, non hanno pubblicamente condannato le esternazioni del ministro kosovaro per la pianificazione territoriale, Dardan Gashi, le cui dichiarazioni al Telegrafi di Pristina, figuravano sotto l’inquietante titolo “Distruggerò la Chiesa di San Nikola” (clicca qui per leggere la dichiarazione in originale)?
  • Come mai, giunti a questo punto dell’escalation, ancora tacciono gli ambasciatori e i governi di quei Paesi che si sono resi garanti del processo di sviluppo della concordia e pacificazione in Kosovo?

Disgustati dal clima che si sta creando attorno a un patrimonio identitario europeo, quale il Monastero di Dečani, chiediamo all’Italia e a tutte le nazioni impegnate nella missione in Kosovo, una rinnovata attenzione nel proteggere il Monastero oltre che nell’isolare e condannare le provocazioni terroristiche; esigendo il massimo rigore da parte degli organi inquirenti, nell’espletamento delle indagini e nell’individuazione dei colpevoli. Sommessamente suggeriamo, agli organi inquirenti che ben sapranno come fare, di svolgere le indagini con una certa fretta, in modo da evitare un’opportuna fuga verso paesi più sicuri, da parte di questo genere di canaglie.

Al Vescovo Teodosije, all’Igumeno Sava e a tutta la fratellanza del Monastero, giunga il nostro più affettuoso abbraccio, nella condivisione di questo pesante momento.
 

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